domenica 29 novembre 2020

Parashù Vayishlach

 Parashá Vayishlach

 In questa porzione della Torá, incontriamo la storia di Diná, la figlia di Yacov che secondo i cabalisti, rappresenta la Shechiná. Il nome "Diná" significa "la fiera", riferendosi alla parte equa della benedizione spirituale destinata ad ognuno di noi. Il processo di apprendimento che comporta gli insegnamenti di questa settimana rappresenta il bisogno di non capire sempre che siamo spirituali. È basandosi sulla schiavitù dei desideri che molte volte ci lasciamo corrompere dalla strada della solennità-conoscenza.   

 34:2 Shechem ben Chamor, Chivi, Nassi della terra, vedutala, la prese e giacque con lei e la violentò.   

34:8 Chamor parlava loro dicendo: "in quanto a Shechem, mio figlio, la sua anima è legata a vostro figlia: e vi dovete prendere le figlie nostre".  

 Le persone sagge della Cabalá ci insegnano che l'interpretazione mistica dell'incidente in cui Shechem, figlio di Chamor, Chivi che si unì sessualmente con Diná era che Schechem rappresenta il Nachash e la sua unione con Chavá. Questo si basa sulla deduzione dei nostri saggi della somiglianza della parola ebraica "chivi" con la parola "chiviá", che significa serpente in aramaico. Essendo così, Shechem è la forza opprimente dei nostri desideri egoistici ed i mezzi che noi disponiamo per portarli a termine a qualsiasi prezzo. Shechem è l'inclinazione negativa (Yetzer Hara) ed il "cattivo istinto", come ci insegnano i saggi. La matriarca Lea aveva appena avuto sei figli ed una figlia. I sei figli rappresentano la coscienza di Zeir Anpin che è riferita all'Olam HaYetzirá, e la figlia è Malchut, dove noi abbiamo la manifestazione della Shechiná (Presenza Divina) e le loro benedizioni. I cabalisti sanno che ad ogni momento, il Nachash mostra il desiderio accattivante di ricevere per sè stesso tenta di penetrare nello spazio destinato alla Shechiná (Malchut) per esercitare il suo dominio. Ma, perché Malchut? Malchut rivela l'intero scopo della Creazione. Questo è il "territorio" dello spazio. Abbiamo già visto nelle lezioni precedenti che la Lucedel Mondo Infinito può essere rivelata solo attraverso una resistenza volontaria. Malchut raggruppa tutte le condizioni favorevoli alla rivelazione della Luce, perché oltre ad avere come essenza il desiderio di ricevere, è la prima resistenza che la Lucedel Mondo Infinito trova per viaggiare nei Mondi dell'Albero della Vita. Siccome Malchut è una resistenza per la Luce, lei riflette la Luce, perché è solo attraverso il riflesso che la Luce si manifesta. Come abbiamo già osservato prima, la luce del sole si mostra attraverso l'azione della resistenza (la restrizione). essendo così, nulla appare in questo Mondo della Restrizione senza una resistenza, e impariamo che siccome la resistenza è adulta, adulta sarà la manifestazione di questo flusso di energia. Il lavoro del cabalista è lavorare per disabilitare gli effetti della Clipá che nasconde questo mondo fisico, così che lo stesso è penetrato dalla Luce del Mondo Infinito. Ma noi sappiamo che dovrebbe esserci un tempo e la maturità nel lavorare con questa rivelazione, noi non possiamo mangiare della frutta prima che sia matura. Questo è stato l'intero errore dell'umanità nei tempi, fino ai giorni correnti. Ci siamo lasciati influenzare dagli aspetti seducenti del Nachash e abbiamo creduto di stare ricevendo molto meno di quello che ci aspettava. Molti sono i casi in cui non siamo stati d'accordo col "tempo" degli eventi che si mostrano nel territorio spirituale. "Questo è troppo lento", "questo è troppo burocratico", "questo potrebbe essere più veloce, potrebbe accadere a breve termine", questi sono alcuni di modi di come consideriamo che quello che abbiamo non è la parte equa (Diná). Siamo corsi sullo shefá (il flusso) della Luce e i siamo dimenticati di portare a termine gli stadi essenziali sulla strada.   

 34:3 E la sua anima si stringeva a Diná (la fiera), figlia di Yacov (Tiferet), ed egli si innamorò della giovane, e parlava al cuore della giovane.   

 Per Rav Abuláfia, dovremmo coinvolgere noi stessi a cercare un'aderenza con la Shechiná, motivati dallo stato di sottomissione supremo al Mondo Infinito e non solo per l'istinto che è piacevole al nostro tempo. L'essenza di questa aderenza (devekut) è che si dovrebbe fare uno sforzo con ogni parte del nostro essere per unire la nostra anima alla Shechiná e sopprimere l'effetto di attacarci alle clipot (pelle). Per trovare questo è necessario rimuovere della nostra mente tutti i pensieri impuri e qualsiasi desiderio di ricevere per sè stessi. Quando cerchiamo questa aderenza come base contro l'impulsto del Nachash, agiamo attraverso le polarità invertite.   

 "La sua anima si stringeva a Diná... "   

"ed egli si innamorò della giovane... "   

"e parlava al cuore... ".   

 Noi dobbiamo osservare che il Nachash (che è la nostra forza egoistica) prima "aderisce" (penetra) la Shechiná (Diná), più tardi si innamora e solo più tardi parla al cuore. Questo non è l'ordine giusto. Questa procedura inverte completamente la procedura di sottomissione al Santo. Questo è stato il grande artificio del Nachash lungo i secoli, egli non lavora con bugie ma con verità invertite. Il processo corretto sarebbe inizialmente di "parlare" al cuore attraverso vocalizzazioni e preghiere, e, soprattutto, controllando diparlare in modo enfatico pr evitare il lashon hara. Dopo di questo i cabalisti dovrebbero innamorarsi della giovane", e questo è riferito dai loro riti, nello Shabat ed il corteo della Shechiná che avviene nel momento della Confraternizzazione della Congregazione quando tutti cantano e oscillano in una ruota. A questo punto diviene possibile coinvolgere ed incantare la "giovane", la "sposa", la Shechiná. Solo dopo che c'è il corteo diventa possibile l'aderenza (la devekut) con l'Infinito. La strada spirituale è la strada dell'innamoramento. O ci innamoriamo o siamo guidati solo dai desideri basilari, collegati a quello che ci piace ci dà piacere sulla strada. Quindi alla seduzione della Shechiná può accadere in modo non invertito delle cose ed in modo che non siamo a Shechem di nostra volontà aderfendo alla Luce, dobbiamo sviluppare lo "stato di quiete". Risvegliando la virtù di Malchut in noi ed attivando l'umiltà, dovremmo lasciarci guidare dallo stato di quiete. Lo stato di quiete della Luce è Malchut. Lo stato di quiete è l'unica possibilità di trovare, accedere e rivelare la Luce del Mondo Infinito. Solo lo stato di quiete rivela la realtà. Accedendo allo stato di quiete del proprio essere una persona può vivere questo stato di quiete nella sua vita  e nella vita dei propri vicini, altrimenti si fermerà per sempre nell'oscurità spirituale dell'ego. Questo perché è solo nello stato di quiete che la Luce è rivelata. Se sentiamo tristezza e privazione cadiamo ancora nelle vecchie trappole del Nachash. Come è stato già detto, la mancanza può trovare radici solo nel mondo dell'illusione e solo là (nell'illusione) lei può sopravvivere. Quando troviamo aderenza (devekut) con lo stato di quiete, partecipiamo di quello che è giusto (la parte equa) e perdiamo l'intera forma dell'illusione di mancanza e così, il Nachash non otterrà niente della natura negativa per alimentarsi e dovrebbe scomparire. E' per questo che i cabalisti affermano che lo stato di quiete è la differenza tra l'essere spirituale e il non essere spirituale. Attraverso lo stato di quiete abbiamo la pazienza che ci permette di guidare l'amore e liberarsi del "cattivo istinto".   

 "E' l'istinto che affligge sopra ed affligge sotto. E se non ci fosse il cattivo istinto l'essere umano non troverebbe nemici nel mondo... " (Zohar - Vayishlach).

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