venerdì 11 dicembre 2020

Parashà Vayeshev

 PARASHÁ VAYESHEV

Per i cabalisti l'idea dietro all'esilio degli ebrei in Mitzraim (Egitto) è riferita direttamente all'esilio dell'anima nel corpo fisico ed anche nell'universo della fisicalità. Per i cabalisti, Yosef è una parte (porzione) della nostra coscienza concentrata nel Ruach ("spirito"), e una parte della nostra memoria spirituale, una memoria che permette di essere frequentemente attenti a quello che siamo giunti obiettivamente a portare a termine in questa vita. Yesod essenzialmente è Yesh (c'è) + Sod (segreto), e questo significa che attraverso questa sefirá si ha accesso ai misteri spirituali che coinvolgono la nostra esistenza, i segreti della nostra anima. L'arrivo di Yosef in Mitzraim (Egitto), segna l'ingresso di una coscienza nuova del mondo fisico, la coscienza spirituale. Le persone sagge ci insegnano che Yosef portò la Shechiná (Presenza Divina) in Mitzraim. Per i cabalisti questa è la grande funzione e missione dell'anima del tzadik nel mondo fisico - portare con l'esperienza della fisicalità la rivelazione della Luce del Mondo Infinito e la Coscienza Infinita.Yosef è una rappresentazione dell'anima del tzadik (giusto) la cui reggenza è direttamente la capacità di generare e riflettere la Luce del Mondo Infinito attraverso la restrizione. Questo è il grande mistero dietro alla lettera Tzaddi - totale sottomissione ai sentieri spirituali.

 

39:1 Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù. 

39:2 Allora Hashem fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell'Egiziano, suo padrone.

39:3 Il suo padrone si accorse che Hashem era con lui e che quanto egli intraprendeva il Signore faceva riuscire nelle sue mani.

 

"Adon" è una rappresentazione del corpo fisico, perché lo stesso in Mitzraim esercitava un potere su di noi attraverso le sue necessità. Ma Yosef non si è sottoposto Adon alla sua coscienza, egli, come cabalista riconosce che tutto quello che accade nel mondo fisico è riflesso delle nostre azioni negli altri "mondi" (olamot). Per i cabalisti esistono quattro tappe dell'aspetto della Luce, e le quattro tappe dell'aspetto della Luce del Mondo Infinito possono essere comparate a cerchi concentrici formati quando gettiamo una pietra in un lago. La prima tappa della Luce, la Saggezza (Chochmá) provoca la seconda fase, la Comprensione (Biná), che a sua volta è il potenziale per formare la Bellezza(Tiferet) subito dopo arriva il Regno (Malchut), da dove si risveglia il desiderio di ricevere completamente e alla fine sono rivelati e mostrano le forze che sono in potenziale nelle quattro fasi della Luce. Così, abbiamo imparato che tutto quello che succede in Malchut è il risultato da quello che prima germogliò nel territorio dell'Emanazione. Tutto comincia da Chochmá la cui virtù è solennità-annullamento (bitul). I cabalisti sanno che solo attraverso la solennità-annullamento dell'ego è possibile trascendere i limiti della fisicalità e collegarsi alla Fonte della Luce Infinita.

 

I cabalisti ci insegnano che dalla prima alla terza fase ci sono i "fecondatori" della Luce e per questo sono associati all'energia maschile, e la quarta fase è considerata "sviluppo" della Luce e per questo è descritta come femminile. Nel testo dela Torá, della porzione di questa settimana Potifar è un eunuco, in altre parole senza potenziale "fecondatore" e per questo rappresenta la parte della nostra anima incapace di trasformare la realtà, avendo bisogno di Yosef per prosperare. Perciò, abbiamo imparato che prosperare è lo spirito e non ha la forza della fisicalità. Quello che cambia il nostro universo esterno (Mitzraim) è il nostro universo interno (Yosef). In Malchut (Mitzraim) noi abbiamo solo la natura illusoria dell'esistenza. Il vero mondo è il mondo spirituale ed è occulto. Ma nonostante questo, la Lucedel Mondo Infinito (Or Ein Sof) - tutto quello che è, era e sarà - è presente in questo mondo d’illusione. La Saggezza Infinita è al nostro interno, ed è fuori dalla portata dei nostri sensi razionali.

 

Ma se la realtà è qui. Perché non la cerchiamo?   

 

La Cabalá ci insegna che lo scopo della creazione era nascondere l'Infinito, così che fosse possibile creare un circuito di energia attraverso la resistenza positiva e così rimuovere l'energia negativa nota come "desiderio di ricevere per se stessi". Visto che non è possibile vedere la Realtà (Olam Tikun), possiamo attraverso la resistenza positiva, rivelare la Lucedel Mondo Infinito ed eliminare così la forza del Nachash dalle nostre vite.

 

La nostra capacità di trascendere l'illusione e collegarci alla Coscienza Infinita dell'esistenza, dipende da un processo di tre tappe: SOLENNITÀ-ANNULLAMENTO, GIOIA E SEPARAZIONE.   

 

L'azione di solennità-annullamento stabilisce un collegamento con l'universo pieno e completo extra fisico (per quanto occulto). Questa è la coscienza che permette di osservare che c'è un universo Infinito - proprio qui, in questo mondo fisico - aprendo la nostra mente a nuove possibilità. Come tale, la solennità-annullamento e l'accesso alla mente rappresenta lo stadio iniziale per padroneggiare la trascendenza. L'esercizio qui è avere la coscienza che si è parte della totalità esistente nel mondo e parte dei piani dell'Eterno. Il secondo livello della percezione Infinita è la piena gioia. In questo apprendistato noi dobbiamo capire che ci sono infinitamente stati di coscienza "superiori" e più puri" di quelli accessibili alla mente che accompagna le nostre routine quotidiane. Questo stato di gioia (attributo di Biná) non si riferisce a una fede cieca e ad un'esperienza emotiva che nasce dalla conoscenza.

 

Qui il cabalista vede la completezza e la pienezza e deve sentirsi abbastanza riempito con la Lucedel Mondo Infinito. Tutto quello che possiede sono le necessità per il completamento robusto e la crescita. Questo stato di gioia è rappresentato dalla felicità e dall'entusiasmo a causa dell'avversità. La separazione è la terza tappa verso il collegamento del nostro spazio interno, la coscienza col nostro spazio esterno. Quindi è stabilita la coscienza della Or Ein Sof che ci circonda, noi dobbiamo liberarci dalle limitazioni che c'impone l'illusione materiale. Soprattutto l'identificazione che abbiamo con gli aspetti della fisicalità che promuovono le leggi del mondo fisico. Se questa "separazione" non accade, non ci sarà spazio per il miracolo. Qui i cabalisti dovrebbero imparare a come mantenersi separati da tutto quello che incentiva la Yetzer Hara. La resistenza dell'illusione materiale è la chiave per l'Olam HaBá (Coscienza Infinita). Attraverso il processo delle tre fasi di "solennità-annullamento", "gioia" e "separazione" del Mondo della Restrizione Materiale, noi trascendiamo l'illusione e creiamo un canale per gli stati superiori di coscienza. Come questo, non essendoci ostacoli per la rivelazione della Luce, il cabalista cerca a sua volta un mezzo affinché la Shechinásia rivelata nel Mondo Fisico. Così come ci ha insegnato Yosef HaTzadick col suo esempio.  "In tutti i luoghi in cui i chassidim (misericordiosi), vanno, la "Shechiná" va con loro e non li abbandona. Yosef camminò con essa e non fu degno dell'ombra della morte scendendo  in l'Egitto, e la "Shechiná" era con lui..." (Zohar - Vaieshev)

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