sabato 26 febbraio 2022

Parashà Pecudè

 Parashá Pecudè

 "Quando fece il manto dell'efod, opera del tessitore... " (Esodo 39:22)

 Lo Zohar dice che gli indumenti del sacerdote (ketonet) sono l'ornamento dell'anima necessaria per entrare nei livelli spirituali superiori. Allo stesso modo, quello che è nel Mondo Fisico è necessario che sia rivestito di indumenti indossati del Mondo Fisico (Nefesh). Quando Adamo era ancora nel Gan Eden (Giardino dell'Eden), i suoi indumenti erano di Luce Spirituale, quando "scese" nel Mondo Fisico, il Signore gli fece vestiti di pelle. Il Pensiero della Cabalá spiega che c'è un tipo di "ornamento" adatto per ogni dimensione.

 L'efod era una tunica che copriva il sacerdote ed alle sue estremità c'erano delle campane e delle melagrane. Esse erano 72 campane di oro puro, un'allusione ai 72 Soffi di Elohim, l'oro si riferisce alla Neshamá. L'efod era fatto di lana blu e celeste (Malchut). Sopra l'efod c'era la corazza, che conteneva 12 pietre, una per ogni tribù di Israele, erano all'altezza del cuore. Il Pensiero della Cabalá dice che la corazza si riferisce a Zeir Anpin, il corpo emotivo, le midot (attributi emotivi), le dodici pietre si riferiscono alle dodici permutazioni del Tetragramma.

 La corazza era assicurata all'efod da quattro anelli (ruote), questa è un'allusione alla Merkavá, il "carro" che fa il collegamento tra il Mondo fisico e le dimensioni superiori. Le dodici permutazioni del Tetragramma rappresentano le energie delle Mazalot (le costellazioni).  Il Pensiero della Cabalá ci insegna che ogni costellazione fu creata da una lettera ebraica e si sa, dal Sefer Yetzirá, che sono le lettere semplici. Queste dodici lettere semplici comprendono le strade diagonali di Zeir Anpin (Chesed, Ghevurá, Tiferet, Netzach, Hod e Yesod). Quando acquisiamo le midot (attributi emotivi), sviluppiamo il dominio delle Mazalot, in altre parole la nostra vita non è influenzata più dalla configurazione astrologica.

 Rav Avraham Abuláfia si riferisce agli indumenti dell'anima come essere: il pensiero, la parola e l'azione. Attraverso questa coscienza raffiniamo il nostro ricevitore e acquisiamo gli indumenti necessari per entrare nelle dimensioni superiori. Nel salmo di questa settimana troviamo un indizio su questo: "Dedico al Re le mie opere; la mia lingua e la penna di un esperto scrivano" (Salmo, 45:2). Lo scrivano (Sofer) fa pergamene sacre (Torot, Mezuzot e Tefilin), apprendiamo da questo che le parole sono co-tutori degli attrezzi, e attraverso loro accediamo alla Neshamá, il livello dell'anima più alto.   

La parashá Pekudê conclude il libro di Shemot che è cominciato con l'uscita da Mitzráim (Egitto) che rappresenta l'interruzione dei nostri modelli robotici, che ci spinge al giorno della solennità-conoscenza e all'acquisizione di un modello di coscienza nuovo, il ricevimento della Torá. È in questa parashá la conclusione della costruzione del Tabernacolo. Questo momento è particolare e una grande opportunità che noi dobbiamo valutare è com'è la nostra vita spirituale. Facciamo una meditazione in questo Shabat su questi soggetti, tentiamo di fare di questo un abito ogni settimana in cui possiamo valutare settimana per settimana.    

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