giovedì 31 luglio 2025

Lezione di Tanya di oggi Menachem Av 7, 5785

 Lezione di Tanya di oggi Menachem Av 7, 5785 - 1 agosto 2025

Igheret HaKodesh, inizio dell'Epistola 3

וילבש צדקה כשריון, וכובע ישועה בראשו

“E1 si rivestì di tzedakah2 come di una giubba di ferro e di un elmo di salvezza sul capo”.

Questo versetto parla in effetti delle azioni promesse da Dio in difesa del suo popolo. Tuttavia, le azioni degli ebrei che rispecchiano le azioni di Dio servono come un recipiente che può ricevere (o come un mezzo che può portare) l'azione reciproca di Dio.3 Quindi, quando gli ebrei agiscono in modo giusto e caritatevole, nello spirito del termine tzedakah, tale comportamento attrae e richiama l'attività divina a loro favore. In particolare, il servizio divino di un ebreo, che assomiglia agli atti di tzedakah di Dio stesso, contiene al suo interno un “mantello di ferro” protettivo per il suo corpo e un “elmo di salvezza” per la sua testa.

ודרשו רז״ל: מה שריון זה, כל קליפה וקליפה מצטרפת לשריון גדול, אף צדקה, כל פרוטה ופרוטה מצטרפת לחשבון גדול

[I nostri Saggi, di benedetta memoria, hanno commentato:4 “Come nella cotta di maglia tutte le singole scaglie si sommano per formare un grande mantello, così è per la carità: tutte le singole monete [date in beneficenza] si sommano in una grande quantità”.

L'Alter Rebbe anticipa ora una domanda: Cosa si guadagna con questa analogia? Sicuramente è altrettanto ovvio che “tutte le singole monete [date in beneficenza] si sommano in una grande quantità” come “tutte le singole scale si sommano per formare un grande cappotto di posta”.

פירוש: שהשריון עשוי קשקשים על נקבים, והם מגינים שלא יכנס חץ בנקבים, וככה הוא מעשה הצדקה

Ciò significa - ed è questo il punto aggiuntivo che si vuole sottolineare - che, proprio come la giubba è fatta di scaglie che coprono le fessure e che proteggono da qualsiasi freccia che penetri attraverso le fessure, così è per l'atto di carità.

Cioè, come verrà spiegato in seguito, la dinamica spirituale della carità comprende (a) un elemento che corrisponde alle fessure della giubba e (b) un elemento che corrisponde alle scaglie protettive (le monete) che coprono quelle fessure.

* * *

וביאור הענין: כי גדולה צדקה מכל המצות

Il significato di questo [è il seguente]: La carità è più grande di tutti i comandamenti,

שמהן נעשים לבושים להנשמה

perché [la loro esecuzione] produce “abiti” per l'anima.5

L'adempimento dei comandamenti fornisce le “vesti” che permettono all'anima di resistere all'intenso grado di rivelazione divina a cui sarà esposta nel Gan Eden, invece di esserne annullata.

הנמשכים מאור אין סוף ברוך הוא

[Questi indumenti sono tratti dalla luce [infinita] del benedetto Ein Sof,

Derivando da una fonte infinita, permettono all'anima di affrontare l'infinito grado di rivelazione che incontrerà nel Gan Eden.

מבחינת סובב כל עלמין

dal livello di sovev kol almin.

A differenza della modalità di illuminazione divina vivificante chiamata memaleh kol almin (lett. “che riempie tutti i mondi”), che si integra e si manifesta all'interno delle creature che anima, la modalità di illuminazione divina chiamata sovev kol almin (lett. “che abbraccia tutti i mondi”) non è limitata alle capacità spirituali finite degli esseri creati, ma li trascende e li colpisce, per così dire, da lontano.

(כמבואר הפירוש ממלא כל עלמין וסובב עלמין בלקוטי אמרים, עין שם)

(6Il significato di memaleh kol almin e sovev kol almin è stato spiegato in Likkutei Amarim;7 vedi lì).

באתערותא דלתא, היא מצות ה׳ ורצון העליון ברוך הוא

[Questi abiti nascono da un “risveglio dal basso”, cioè dall'adempimento dei comandi di Dio e della volontà dell'Essere Supremo.

Poiché i comandamenti emanano dalla Suprema Volontà di Dio, dal livello di sovev kol almin, essi servono come fonte per i suddetti indumenti.

ועיקר המשכה זו מאור אין סוף ברוך הוא, הוא לבוש מקיף לי׳ ספירות דאצילות, בריאה, יצירה, עשיה

L'essenza di questo efflusso dall'Ein Sof-luce [infinita] è un indumento e una luce avvolgente per le dieci Sefirot dei [Quattro Mondi:] Atzilut, Beriah, Yetzirah e Asiyah,

המשתלשלות מעילה לעילה וממדרגה למדרגה כו׳

che si evolvono di causa in causa e di gradino in gradino,

הנקראות בשם ממלא כל עלמין

[queste Sefirot] vengono definite memaleh kol almin.

L'Alter Rebbe risponde ora alla seguente domanda: Dal momento che le Sefirot stesse sono la Divinità dei Quattro Mondi, perché hanno bisogno dell'infinito Ein Sof-light come abito?

פירוש: כי אור אין סוף ברוך הוא מתלבש ומאיר בתוך כל השתלשלות העשר ספירות דאצילות, בריאה, יצירה, עשיה

Ciò significa che la Luce di Ein Sof si annida e si irradia in modo indissolubile all'interno dell'intera catena evolutiva delle Dieci Sefirot di [i Mondi di] Atzilut, Beriah, Yetzirah e Asiyah;

והוא המאציל העשר ספירות דאצילות המשתלשלות לבריאה, יצירה, עשיה

[Inoltre, dà origine alle Dieci Sefirot del Mondo di Atzilut che si evolvono nei Mondi di Beriah, Yetzirah e Asiyah,

Le Sefirot di Atzilut servono quindi come illuminazione divina per i Mondi di Beriah, Yetzirah e Asiyah. Ciò è reso possibile

על ידי צמצום עצום המבואר בעץ חיים

per mezzo di un'immensa contrazione (tzimtzum) che viene spiegata in Etz Chayim.

Questa contrazione comporta non solo una diminuzione quantitativa dell'illuminazione spirituale, ma soprattutto una diminuzione qualitativa; la luce, fino ad allora infinita, viene contratta a tal punto da poter emanare e illuminare in modo finito.

ונקרא אור פנימי

[La luce che ne risulta è definita luce inabitante (o pnimi) - una luce che si riveste interiormente negli esseri creati, nella misura in cui si contrae per corrispondere alla capacità spirituale del particolare essere creato in cui è rivestita.

ועל ידי קיום המצות, נמשך אור מקיף הנ״ל, ומאיר תוך העשר ספירות דאצילות, בריאה, יצירה, עשיה, ומתייחד עם האור פנימי

Ora, con l'adempimento dei comandamenti, la suddetta luce avvolgente viene suscitata e si irradia all'interno delle Dieci Sefirot di Atzilut, Beriah, Yetzirah e Asiyah, unendosi così alla luce intrinseca.

Quando ciò accade, la luce infinita e trascendente (o makkif) permea la luce intrinseca (o pnimi) del Seder Hishtalshelut - la discesa auto-oscurante e a catena della forza vitale divina attraverso la quale nascono sempre più mondi materiali.

ונקרא יחוד קודשא בריך הוא

Si parla di unificazione del Santo, benedetto Egli sia, l'epiteto “santo” (kadosh) indica la sua separazione dal mondo, da cui il livello di sovev kol almin,

ושכינתיה, כמו שכתוב במקום אחר

e la Sua Shechinah, la luce inabitante che è così chiamata perché la Presenza divina scende e dimora (שכן) all'interno dei mondi creati, come viene spiegato altrove8.

In un altro contesto si spiega che l'esecuzione delle mitzvot determina questa unione del Santo, benedetto Egli sia, con la sua Shechinah. È per questo che diciamo לשם יחוד (“Per il bene dell'unione del Santo, benedetto Egli sia, con la Sua Shechinah”) prima di compiere alcune mitzvot: perché sono esse che fondono la luce del sovev kol almin, conosciuto come “il Santo, benedetto Egli sia”, con la luce del memaleh kol almin, conosciuto come la Shechinah. Così, l'irradiazione principale della luce divina, attinta attraverso l'esecuzione dei comandamenti, avviene nell'ambito dell'evoluzione delle Sefirot dei Quattro Mondi.

ומהארה דהארה מאור מקיף הנ״ל, על ידי צמצום רב

E da un riflesso di un riflesso della suddetta luce avvolgente, per mezzo di una potente contrazione,

נעשה לבוש לבחינת נפש, רוח, נשמה, של האדם בגן עדן התחתון והעליון

nel Giardino Inferiore e Superiore dell'Eden viene fatto un abito per i livelli dell'anima chiamati Nefesh-Ruach-Neshamah dell'uomo,

שיוכלו ליהנות ולהשיג איזה השגה והארה מאור אין סוף ברוך הוא, כמו שמבואר במקום אחר

che permette loro di trarre piacere e di raggiungere una certa comprensione e illuminazione dalla luce [infinita] dell'Ein Sof che si diffonde nel Giardino dell'Eden, come viene spiegato altrove.9

Infatti, senza aiuto, l'anima finita non sarebbe mai in grado di comprendere questa infinita radiosità.

וזה שאמרו רז״ל: שכר מצוה בהאי עלמא ליכא

Questo è il significato dell'insegnamento dei nostri Saggi, di benedetta memoria:10 “In questo mondo non c'è ricompensa per [l'adempimento dei] comandamenti”.

Non dicono che “in questo mondo non è concessa alcuna ricompensa”; piuttosto, che “in questo mondo non esiste alcuna ricompensa”.

כי בעולם הזה הגשמי ובעל גבול וצמצום רב ועצום מאד מאד

Perché in questo mondo, che è fisico, e in uno stato di limitazione, uno stato di grande ed estrema contrazione,

אי אפשר להתלבש שום הארה מאור אין סוף ברוך הוא

è impossibile che un qualsiasi riflesso dell'Ein Sof-light [infinito] venga investito,

כי אם על ידי י׳ ספירות, הנקראים גופא בזוהר הקדוש

se non per mezzo delle Dieci Sefirot che, nel sacro Zohar,11 sono indicate come il “Corpo”:

L'Alter Rebbe spiegherà presto che, come il corpo e l'anima sono incomparabili, così anche le Sefirot sono infinitamente distanti dall'Ein Sof-Luce.

Come ricompensa per l'adempimento dei comandamenti si è in grado di attirare verso il basso l'infinito grado di luce, ma questa luce non può assolutamente scendere all'interno di questo mondo, che è delimitato. Pertanto, “In questo mondo non c'è ricompensa per [l'adempimento dei] comandamenti”. Nessuna rivelazione di questo tipo può essere rivestita in questo mondo, perché qualsiasi cosa illumini e si rivesta in questo mondo deriva semplicemente dal livello delle Dieci Sefirot, che lo Zohar chiama “Corpo”. Così, ad esempio:

חסד דרועא ימינא כו׳

[La Sefirah di] Chesed (‘gentilezza’) è [chiamata] il ‘braccio destro’ [supernale], [Ghevurah (‘severità’) è [chiamata] il ‘braccio sinistro’]” e così via.

לפי שכמו שאין ערוך לו להגוף הגשמי, לגבי הנשמה

Così come non c'è paragone tra il corpo fisico e l'anima,

כך אין ערוך כלל לי׳ ספירות דאצילות, לגבי המאציל העליון, אין סוף ברוך הוא

quindi non c'è paragone alcuno tra le Dieci Sefirot di Atzilut e l'Emanatore Supremo, l'Ein Sof [infinito].

כי אפילו חכמה עילאה, שהיא ראשיתן, היא בבחינת עשיה גופנית לגבי אין סוף ברוך הוא

Perché in relazione all'Ein Sof anche la Suprema Chochmah (“saggezza”), che è la prima delle Sefirot, è sul piano dell'azione materiale,

כמו שמבואר בלקוטי אמרים

come viene spiegato in Likkutei Amarim.12

ואי לזאת, במעשה הצדקה וגמילות חסדים, שאדם אוכל מפירותיהן בעולם הזה

Perciò, attraverso la pratica della carità e delle opere di bontà, i cui frutti l'uomo gode parzialmente in questo mondo,13

Poiché una minima quantità della ricompensa per l'adempimento di questi comandamenti viene goduta in questo mondo, ne consegue che un microscopico raggio della luce infinita di sovev kol almin scende in questo mondo. Ciò è possibile perché:

יש נקבים, על דרך משל, בלבוש העליון המקיף על גופא, הם הכלים די׳ ספירות

appaiono, metaforicamente parlando, dei vuoti nella veste superna che avvolge il “Corpo”, [che è] i vasi delle Dieci Sefirot.

להאיר מהם ולהשפיע אור ושפע

Attraverso queste [lacune] la luce e l'abbondanza vengono irradiate e diffuse,

מחסד, דרועא ימינא, אורך ימים בעולם הזה הגשמי

in modo che dalla Sefirah “Chesed”, che è il braccio destro, derivi la longevità in questo mondo fisico;

ועושר וכבוד מדרועא שמאלא

e dal “braccio sinistro”, che è la Sefirah di Gevurah, [derivano] ricchezza e onore,

וכן בתפארת

e allo stesso modo con la bellezza, che emana dalla Sefirah di Tiferet,

והוד והדר וחדוה וכו׳

e maestosità (hod), splendore (hadar) e gioia (chedvah), ecc. dalle rispettive Sefirot di Hod, Yesod, ecc.14

אך כדי שלא ינקו החיצונים למעלה מאור ושפע המשתלשל ויורד למטה מטה עד עולם הזה הגשמי

Ma per evitare che le forze del male attingano, dall'alto, alla luce e all'abbondanza che si evolve e scende verso il basso, fino a questo mondo fisico,

Quando questa energia spirituale scende a un livello così basso, è possibile che anche le kelipot e i sitra achra ne traggano nutrimento. Per evitare che ciò accada,

וכן, למטה, להגין על האדם ולשמרו ולהצילו מכל דבר רע בגשמיות וברוחניות

e allo stesso modo, qui sotto, per proteggere l'uomo, per custodirlo e salvarlo da tutti i danni fisici e spirituali che potrebbero derivare se le kelipot e i sitra achra traessero nutrimento da questa fonte,

לזאת חוזר ומאיר אור המקיף, וסותם הנקב, על דרך משל

la luce avvolgente viene riflessa e, in senso figurato, riempie la breccia,

Una volta che la luce avvolgente è scesa (per così dire) in questo mondo attraverso la fessura prodotta dalle azioni caritatevoli dell'uomo, viene poi riflessa per riempire la stessa fessura. Questo priva le forze del male di ogni possibile nutrimento attraverso la stessa via,

כי הוא מבחינת אין סוף וסובב כל עלמין, כנ״ל

perché questa [luce avvolgente] appartiene alla categoria dell'Infinito e del sovev kol almin, come già detto - e questo grado di luce infinitamente trascendente (chiamato o makkif) è una fonte da cui le forze del male non possono trarre alcun sostentamento.

Si capisce così perché la tzedakah, producendo i propri “interstizi” provvidenziali e le proprie “scaglie” protettive, è paragonata a un mantello di posta. Inoltre:

וזהו שאמרו רז״ל: מצטרפת לחשבון גדול דייקא

E questo è [ciò che sta alla base] dell'insegnamento dei nostri Saggi, di benedetta memoria, sopra citato: “Come nella cotta di maglia tutte le singole scaglie si sommano per formare un grande mantello, così è per la carità: tutte le singole monete si sommano per una grande quantità”. La parola “grande” è usata in modo consigliabile,

(כי גדול הוי׳ ומהולל מאד, בלי סוף ותכלית וגבול (חס ושלום

nello spirito del versetto15 “Grande è la Havayah ed è oltremodo glorificata” - senza fine, limite o restrizione (16).

Così, per mezzo delle monete date in beneficenza si attinge luce spirituale dal livello denotato dalla frase “Grande è Havayah”. Il Nome Divino di quattro lettere allude alle dieci Sefirot: la lettera yud rappresenta il livello di Chochmah; la prima lettera hei rappresenta il livello di Binah; vav rappresenta le sei middot, le emozioni spirituali; e l'ultima hei rappresenta Malchut.17 Queste Sefirot sono sostenute dall'Ein Sof e partecipano della sua infinita grandezza.

NOTE

1. Isaia 59:17.

2. La parola ebraica significa sia “carità” (il suo significato principale in quest'opera) sia “giustizia”.

3. “Questo richiama l'interpretazione dell'insegnamento dell'Alter Rebbe, דע מה למעלה: ממך - ‘Sappi [che] ciò che è in Alto [nasce] da te’ (HaYom Yom, voce del 13 Iyar)”. ( - Nota del Rebbe).

4. Bava Batra 9b.

5. Come spiegato più avanti, nell'Epistola 29”. ( - Nota del Rebbe).

6. Le parentesi appaiono nel testo originale.

7. Cap. 48.

8. "Cfr. [Tanya] Parte I, cap. 41. Tuttavia, non possiamo dire che [l'Alter Rebbe] intendesse indicare questo capitolo, perché se così fosse avrebbe aggiunto ‘in Likkutei Amarim’, come aveva appena fatto in questa stessa epistola a proposito di sovev kol almin." ( - Nota del Rebbe).

9. Vedi sotto, Epistola 29.

10. Kiddushin 39b.

11. [Il livello definito ‘Corpo’ è] infinitamente inferiore alla sua anima - l'Ein Sof-light”. ( - Nota del Rebbe.)

12.

"Il riferimento è evidentemente alla Parte II, capitoli 8-9, che fornisce una spiegazione più ampia di quella offerta qui. Nella Nota dell'Alter Rebbe alla Parte I, cap. 2, si trovano spiegazioni ancora più scarse di quelle qui riportate; è quindi chiaro che il riferimento di cui sopra non può essere a questa fonte. È vero che in Iggeret HaTeshuvah, cap. 4 (e altrove), l'Alter Rebbe, quando è il caso, specifica “Parte II” di Likkutei Amarim - ma questo avviene solo quando desidera citare un luogo esatto, come vediamo dalle sue parole conclusive (“cap. 11”). Non è questo il caso." ( - Nota del Rebbe).

13.  Kiddushin 40a.

14. "Sembrerebbe che l'Alter Rebbe abbia omesso [la Sefirah di] Netzach. Inoltre, cosa intende con ‘ecc.’?".

L'allineamento di cui sopra segue evidentemente Zohar II (98a-b, citato in Tzemach Tzedek su Tehillim 104:1), in cui la maestà (hod), lo splendore (hadar) e la gioia (chedvah) corrispondono rispettivamente alle [tre Sefirot di] Netzach, Hod e Yesod. (In base a quanto affermato si può anche capire perché l'Alter Rebbe abbia usato questi tre appellativi piuttosto che Netzach, Hod e Yesod). Per quanto riguarda il “ecc.” conclusivo, questo si riferisce forse alla Sefirah di Malchut, che è il prodotto finale - l'“ecc.” - delle Sefirot precedenti." ( - Nota del Rebbe).

15. Salmo 48:2.

16. Le parentesi appaiono nel testo originale.

17. Vedi sopra, Iggeret HaTeshuvah, cap. 4.

Zohar Quotidiano 4921 Bereshit

Zohar Quotidiano 4921 Bereshit - E sarò per lei un muro di fuoco tutt'intorno

Zion Nefesh

Holy Zohar text. Daily Zohar -4921

Zohar Bereshit

Continua dal precedente ZQ

#279

"וַיִּבֶן ה' אֱלֹקִים אֶת-הַצֵּלָע'-‘ E Hashem Elokim costruì la costola’ (Genesi 2:21): Qui viene accennato il segreto dello yibum (matrimonio levirato), di cui si dice: “Poiché non ha costruito, non costruirà più”. Questo è ciò che si intende con “אֲשֶׁר לֹא-יִבְנֶה אֶת-בֵּית אָחִיו- “Chi non costruisce la casa del proprio fratello” (Deuteronomio 25: 9), da cui si apprende nel Talmud (Yevamot 10b): “Poiché non ha costruito, non costruirà più”. ' Tuttavia, con il Santo, Benedetto Egli sia, anche se non ha costruito la Shechinah durante il periodo dell'esilio (galut), tuttavia, Egli è in grado di riscattarla, perché è detto: “וַיִּבֶן ה” אֱלֹקִים'-' E Hashem Elokim costruì" (Genesi 2: 21), il che significa che Abba v'Imma (Chokhmah e Binah) costruirono la Shechinah per Lui. Poiché Egli stesso non l'ha costruita, non si può dire di Lui: “Poiché non ha costruito, non costruirà più”. Questo è ciò che è scritto: “בּוֹנֵה יְרוּשָׁלַיִם יְהוָה - “Hashem costruisce Gerusalemme” (Salmi 147:2).

Attraverso le quattro lettere di YHVH si costruisce la Shechinah, chiamata Gerusalemme. Perché il Vav di YHVH, che è Zeir Anpin, è figlio degli Yud-Hei di YHVH, che sono Abba v'Imma. A proposito di loro, è scritto: “וַיִּבֶן ה” אֱלֹקִים אֶת-הַצֵּלָע אֲשֶׁר-לָקַח מִן-הָאָדָם' -' E Hashem Elokim costruì la costola che prese dall'uomo" (Genesi 2: 21), riferendosi alla linea centrale, che è Zeir Anpin. 'וַיְבִאֶהָ אֶל-הָאָדָם' -‘ Ed Egli la portò all'uomo’ (Genesi 2, 21): 22), vale a dire che la portò alla costola che fu presa dall'Hei inferiore di YHVH, che è la Sua fanciulla (עלמה), cioè la Malchut di Zeir Anpin stesso, e non la Malchut di Malchut (come spiegato sopra). Così, Gerusalemme è costruita attraverso le quattro lettere di YHVH, dove i costruttori primari sono Yud-Hei, Abba v'Imma, e la costola che viene costruita è la Hei inferiore, che è la Malchut della Vav di YHVH, che è Zeir Anpin, per il bene della Vav, come spiegato.

Note:

Il segreto dello yibum:

Il versetto “E Hashem Elokim costruì la costola” (Genesi 2:21) è legato allo yibum, l'obbligo biblico per un uomo di sposare la vedova senza figli del fratello defunto per “costruire” la casa del fratello (Deuteronomio 25:5-10). Il Talmud (Yevamot 10b) insegna che se il cognato si rifiuta di eseguire lo yibum, non può in seguito tentare di farlo di nuovo (“poiché non ha costruito, non costruirà di nuovo”).

In termini umani, questa è una limitazione permanente, ma lo Zohar spiega che il Santo, Benedetto Egli sia, non è vincolato da questa regola. Anche se la Shechinah (Malchut) rimane non costruita (non rettificata) durante l'esilio (galut), Dio conserva la capacità di redimerla e ricostruirla, come indicato da Genesi 2:21.

Il versetto “Hashem costruisce Gerusalemme” (Salmi 147,2) indica la rettifica di Malchut, chiamata Gerusalemme, attraverso le quattro lettere di YHVH:

La Shechinah è la Malchut di Zeir Anpin (la sua controparte femminile, la sua “fanciulla”), non la Malchut inferiore di Malchut (l'aspetto più contratto di Malchut.
Questa distinzione sottolinea che la sua rettifica avviene attraverso l'integrazione con Zeir Anpin, facilitata da Abba v'Imma.

In esilio, la Shechinah rimane non costruita, separata da Zeir Anpin, riflettendo lo stato incompleto dell'unità divina. Tuttavia, la capacità divina di ricostruirla, come espresso in Salmi 147:2, assicura la sua redenzione finale. Il processo coinvolge tutte e quattro le lettere di YHVH, con Abba v'Imma che dà inizio alla costruzione e Zeir Anpin che si unisce a Malchut per il suo bene, allineandosi allo scopo superno dell'armonia divina.

#280

Per quanto riguarda Malchut di Malchut, che non fa parte della costruzione di Gerusalemme, come detto sopra, si dice, 'וַאֲנִי אֶהְיֶה-לָּהּ חוֹמַת אֵשׁ סָבִיב'-‘ E sarò per lei un muro di fuoco tutt'intorno’ (Zaccaria 2: 9). Ciò significa che un muro di fuoco viene formato intorno a Gerusalemme per proteggerla dall'Erev Rav (moltitudine mista). Alla rettifica finale (fine del tikkun), il Santo, Benedetto Egli sia, la farà cadere edificata, nel segreto della “Gerusalemme edificata”, come è scritto più avanti. Per questo motivo, su questo monte, il Tempio Santo sarà costruito dalla mano del Santo, Benedetto Egli sia, e durerà per tutte le generazioni.

Pertanto, su questa montagna - cioè nella Malchut di Malchut di cui sopra - il Tempio sarà costruito dal Santo, Benedetto Egli sia, e resterà in piedi per sempre. A proposito di esso, è detto: “גָּדוֹל יִהְיֶה כְּבוֹד הַבַּיִת הַזֶּה הָאַחֲרוֹן מִן-הָרִאשׁוֹן - “La gloria di questa seconda Casa sarà più grande di quella della prima” (Aggeo 2:9). Perché il primo [Tempio] fu costruito dalla mano di un essere umano, cioè Salomone, mentre quest'ultimo [Tempio] sarà costruito dalla mano del Santo, Benedetto Egli sia. Perciò è detto: “גָּדוֹל יִהְיֶה- “Sarà grande”, ecc. Perché il primo Tempio fu costruito da un essere umano, Salomone, e quest'ultimo Tempio sarà costruito dal Santo, Benedetto Egli sia. Per questo motivo, “אִם-יְהוָה לֹא-יִבְנֶה בַיִת שָׁוְא עָמְלוּ בוֹנָיו בּוֹ' -” Se Hashem non costruisce la casa, i suoi costruttori lavorano invano" (Salmi 127:1). Così, il Primo e il Secondo Tempio, che non furono costruiti dal Santo, Benedetto Egli sia, non durarono e “i suoi costruttori faticarono invano”.

Note:

Il versetto di Aggeo 2:9, “La gloria di quest'ultima Casa sarà più grande di quella della prima”, sottolinea la superiorità del Terzo Tempio, costruito da Dio, rispetto ai Templi precedenti, costruiti dagli uomini e quindi temporanei. La costruzione divina ne assicura la permanenza spirituale e fisica, realizzando lo scopo superno della rettifica di Malchut.

Note:

Il “muro di fuoco” riflette il ruolo della Ghevurah nel proteggere Malchut da forze impure come l'Erev Rav, garantendo la sua santità fino alla redenzione.

Il passaggio immagina un futuro in cui Malchut è completamente rettificata, simboleggiato dal Terzo Tempio eterno, allineandosi con il tema ricorrente dello Zohar della Fine del Tikkun (g'mar ha-tikkun).

mercoledì 30 luglio 2025

Lezione di Tanya di oggi Menachem Av 6, 5785

 Lezione di Tanya di oggi Menachem Av 6, 5785 - 31 luglio 2025

Igheret HaKodesh, Epistola 2

Al suo arrivo da Pietroburgo

L'Alter Rebbe inviò questa lettera pastorale a tutti i suoi seguaci, dopo la sua liberazione dalla prigionia causata dalle calunnie istigate dagli oppositori del chassidismo.1 Queste calunnie erano il risultato dei suoi sforzi disinteressati e instancabili per rafforzare il movimento chassidico e diffondere i suoi insegnamenti. La sua successiva liberazione servì anche come cenno di approvazione da parte del governo per la loro continua diffusione.

I Rebbeim, i leader successivi della scuola di pensiero chassidica ChaBaD, hanno insegnato che l'arresto dell'Alter Rebbe fu il risultato di un'accusa espressa dalla Corte Celeste - contro la sua dottrina di rivestire gli insegnamenti del chassidismo in termini intellettuali2. (In effetti, la parola stessa ChaBaD, che dà il nome al movimento da lui fondato e agli insegnamenti da lui articolati per la prima volta, è un acronimo per Chochmah, Binah e Daat - rispettivamente “saggezza”, ‘comprensione’ e “conoscenza”). La stessa voce, inoltre, disapprovava il fatto che l'Alter Rebbe trasmetteva questi insegnamenti alle masse ebraiche.

L'Alter Rebbe scrisse questa epistola affinché si comprendesse chiaramente che la sua liberazione dalla prigionia fisica derivava direttamente dal fatto che era stato scagionato da tutte le accuse spirituali. In effetti, dall'Alto è stato dato un chiaro segnale e una misura supplementare di forza affinché gli insegnamenti del chassidismo siano promulgati secondo l'approccio dell'Alter Rebbe di renderli comprensibili e accessibili a tutti.

Con la liberazione dell'Alter Rebbe iniziò così una seconda era nella diffusione del chassidismo. A ciò allude questa lettera, che è numerata Iggeret HaKodesh, Epistola 2. Si noti che il numero 2 è menzionato solo dopo l'intestazione “Al suo arrivo da Pietroburgo”. Anche l'Epistola 27 ha un'intestazione che spiega il motivo per cui è stata scritta. In questo caso, però, il numero dell'epistola compare per primo e solo dopo è seguito dal titolo introduttivo. Qui l'ordine è invertito, perché il secondo periodo (o, nella terminologia chassidica,3 “il secondo grado di grandezza”), a cui allude il numero 2, è iniziato con l'arrivo dell'Alter Rebbe da Pietroburgo.

קטנתי מכל החסדים ומכל האמת

“Sono diventato piccolo da tutti i favori e da tutta [la verità]”.

Queste parole sono state pronunciate da Giacobbe come introduzione alla sua richiesta a Dio di salvarlo da Esaù. Sebbene Dio gli avesse assicurato in precedenza5 che lo avrebbe accompagnato e protetto ovunque fosse andato, Giacobbe temeva tuttavia che tutte le gentilezze che Dio gli aveva già mostrato lo avessero reso “piccolo”, cioè avessero ridotto i suoi meriti. Temeva quindi di trovarsi in una condizione in cui avrebbe dovuto chiedere nuovamente a Dio6: “Salvami”.

פירוש:

Questo significa -

Rashi commenta7 che “sono diventato piccolo” è il risultato di “tutti i favori e tutta la verità”; cioè, “i miei meriti sono diminuiti a causa dei favori e della verità che hai fatto con me”. Ramban sostiene che questo commento non è coerente con il “linguaggio del versetto”, che afferma che “sono diventato piccolo”, non che i meriti di chi parla sono diventati piccoli; c'è una diminuzione della qualità piuttosto che della quantità8.

Ramban intende quindi9 “Sono diventato piccolo” per significare: “Sono indegno di ricevere tutta la tua gentilezza e la tua verità”. Quindi, secondo Ramban, “sono diventato piccolo” non è un risultato della “bontà e verità” di Dio, ma piuttosto un'espressione del fatto che chi parla non è degno di ricevere la “bontà e verità” di Dio.

L'Alter Rebbe, tuttavia, spiegherà questo versetto secondo il commento di Rashi: “da tutta la gentilezza” significa semplicemente che è stata la gentilezza a far sentire Giacobbe “piccolo”. Allo stesso tempo, però, l'Alter Rebbe intende “sono diventato piccolo” come se si riferisse all'oratore stesso: è lui stesso ad essere diminuito come risultato delle molte gentilezze di Dio e della Sua verità. (Quindi, non solo i meriti della persona in questione sono diminuiti, il che comporta la sua diminuzione,10 ma egli stesso è direttamente colpito come risultato della “gentilezza e della verità”).

Anche se è la persona stessa (e non il conteggio dei suoi meriti) a diminuire, tuttavia questa diminuzione è il risultato della “gentilezza e della verità”. Questo è dunque ciò che intende l'Alter Rebbe quando dice “Questo significa”.

שבכל חסד וחסד שהקדוש ברוך הוא עושה לאדם, צריך להיות שפל רוח במאד

che con ogni singolo favore che Dio concede a un uomo, egli dovrebbe diventare molto umile.

כי חסד דרועא ימינא

Per [la Sefirah Superna di]11 “Chesed è il braccio destro”.

וימינו תחבקני

e, come afferma la Scrittura,12 “il suo braccio destro mi abbraccia”.

שהיא בחינת קרבת אלקים ממש, ביתר שאת מלפנים

che si riferisce allo stato di Dio che lo avvicina a sé, molto più intensamente di prima.

Ogni atto divino di Chesed avvicina l'uomo a Dio.

וכל הקרוב ה׳ ביתר שאת, והגבה למעלה מעלה

E chiunque si avvicini a Dio in modo straordinario, venendo innalzato a grandi altezze,13

צריך להיות יותר שפל רוח, למטה מטה

dovrebbe essere sempre più umile, fino al livello più basso,

כמו שכתוב: מרחוק ה׳ נראה לי

come sta scritto,14 “Dio mi è apparso da lontano”.

Quando Dio appare a un individuo attraverso una particolare manifestazione di bontà, questo dovrebbe fargli percepire di essere - in relazione a Dio - “lontano”, cioè umilmente distante da Lui. In alternativa, il versetto potrebbe sottintendere che percepire sé stessi come “lontani” è il mezzo stesso con cui raggiungere uno stato in cui “Dio mi è apparso”.

וכנודע, דכולא קמיה דווקא כלא חשיב

E, come è noto, “tutto ciò che è davanti a Lui è considerato un nulla”.

Un essere, anche del più alto livello spirituale concepibile, non conta assolutamente nulla - anzi, viene annullato dall'esistenza - quando si trova alla presenza di Dio, quando è “davanti a Lui”, perché davanti a Dio non esiste altro che Lui stesso.

ואם כן, כל שהוא קמיה יותר, הוא יותר כלא ואין ואפס

Quindi, chi è più “davanti a Lui” - chi è più vicino a Dio - è molto più simile al nulla, al niente, all'inesistente.

וזו היא בחינת ימין שבקדושה, וחסד לאברהם

Questo [la risposta auto-sofferente ai favori divini] è il livello del “lato destro” della santità e di “Chesed ad Abramo” - l'amorevolezza divina che viene concessa ad Abramo, come nel versetto,15 “Tu concedi verità a Giacobbe, amorevolezza ad Abramo”.

שאמר: ואנכי עפר ואפר

che disse,16 “E io sono polvere e cenere”.

La gentilezza che Dio ha mostrato ad Abramo lo ha motivato a raggiungere l'ultimo grado di umiltà che questa affermazione esprime. Così come nei regni celesti “il braccio destro della Chesed divina” fa sì che i destinatari della Chesed perdano la loro identità indipendente nell'identità del Donatore di amorevolezza, allo stesso modo influisce sui mortali a cui viene elargita, rendendoli allo stesso modo umili e autoironici.

וזו היא גם כן מדתו של יעקב

Questa [umiltà che nasce dalla gentilezza] è anche il tratto caratteristico di Giacobbe,

ובזאת התנצל על יראתו מפני עשו, ולא די לו בהבטחתו: והנה אנכי עמך גו׳

e con ciò si giustificò per la paura di Esaù e non considerò sufficiente la promessa [divina] che gli era stata fatta:17 “Ed ecco che io sono con te [e ti proteggerò ovunque tu vada]”.

מפני היות קטן יעקב במאד מאד בעיניו, מחמת ריבוי החסדים

[Perché Giacobbe si considerava del tutto insignificante rispetto alla moltitudine dei favori di Dio,

כי במקלי גו׳

[come disse,]18 “poiché [solo] con il mio bastone [ho attraversato il Giordano, e ora ho [abbastanza proprietà per] due accampamenti]”.

ואינו ראוי וכדאי כלל להנצל כו׳

e si considerava assolutamente inadatto e indegno di essere salvato, e così via.

וכמאמר רז״ל: שמא יגרום החטא

Come si sono espressi i nostri Saggi, di benedetta memoria,19 “[Giacobbe era in apprensione] perché il peccato non lo avrebbe salvato”.

שנדמה בעיניו שחטא

perché gli sembrò di aver peccato.

Sono diventato piccolo” significa quindi che la moltitudine di gentilezze concesse a Giacobbe lo fece sentire così piccolo e insignificante da temere di aver peccato e quindi di dover implorare ancora una volta Dio affinché lo salvasse da suo fratello Esaù. E, in effetti, ogni ebreo farebbe bene a seguire le orme di suo padre Giacobbe, diventando sempre più umile a ogni successivo atto di gentilezza che Dio gli mostra.

Una volta il Rebbe spiegò perché all'inizio di questa epistola l'Alter Rebbe usa un'espressione in cui la parola Chesed viene ripetuta: בכל חסד וחסד. (Questo è tradotto sopra, “con ogni singolo favore [che Dio concede all'uomo]”). In generale, esistono due modalità di bontà divina: (a) quella che scende verso l'uomo nel quadro ordinato dei mondi creati e si manifesta in modo naturale; e (b) quella che trascende le convenzioni dell'universo creato e la cui manifestazione è soprannaturale.

Ecco perché l'Alter Rebbe continua a dire che (a) “Chesed è il braccio destro” e (b) “Il suo braccio destro mi abbraccia”. La prima frase allude alla Chesed delle Sefirot superne, una modalità finita della gentilezza divina che è analoga al grado finito della forza vitale che è rivestita nel braccio umano; la seconda frase allude alla modalità infinita della gentilezza divina che è analoga al grado infinito della forza vitale che trascende la limitazione di essere rivestita in un organo particolare, ed è quindi detta “che abbraccia” (makkif) o “che abbraccia”.

מה שאין כן בזה לעומת זה, הוא ישמעאל, חסד דקליפה

È diverso, però, con la controparte [empia] [dell'attributo della gentilezza che appartiene al “lato” santo dell'universo]; cioè, [è diverso] con Ismaele, [che personifica] l'attributo di Chesed che appartiene alla kelipah.

La controparte di Abramo, che personifica l'attributo di “Chesed (bontà) che appartiene alla santità”, è Ismaele, che personifica la “bontà che appartiene alla non santità”; l'opposto di Isacco, che rappresenta l'attributo di “Gevurah (severità) che appartiene alla santità”, è Esaù, che rappresenta l'attributo di “Gevurah che appartiene alla non santità”.

כל שהחסד גדול, הוא הולך וגדל בגובה וגסות הרוח ורוחב לבו

Più gentilezza viene mostrata a Ismaele e ai suoi simili, più cresce l'orgoglio, l'arroganza e l'autocompiacimento.

Un ebreo deve quindi stare in guardia contro il “Chesed della kelipah” e fare in modo che gli atti di gentilezza di Dio lo portino a coltivare i tratti di Abramo e Giacobbe, il “Chesed della santità”, in modo che la sua risposta sia l'umiltà piuttosto che l'orgoglio.

* * *

ולזאת באתי מן המודיעים מודעה רבה לכללות אנ״ש

Di conseguenza, sto facendo un annuncio importante a tutti gli uomini della nostra fraternità [chassidica],

על ריבוי החסדים אשר הגדיל ה׳ לעשות עמנו

riguardo alla moltitudine di favori,20 “le grandi cose che Dio ha fatto con noi”.

L'attributo di Chesed (bontà) è conosciuto anche con il nome di Ghedulah (grandezza), come nel versetto21 che enumera gli attributi divini e che inizia, לך ה׳ הגדולה והגבורה. In effetti, il termine Ghedulah connota una manifestazione di gentilezza divina ancora più grande di Chesed. L'Alter Rebbe aggiunge quindi la frase relativa alle “grandi cose che Dio ha fatto per noi”, indicando così la straordinaria gentilezza che Dio ha mostrato ai chassidim liberandolo.

לאחוז במדותיו של יעקב

[Come risultato di tutti questi favori:] Tenetevi stretti gli attributi di Giacobbe,

שאר עמו ושארית ישראל

[perché gli ebrei sono conosciuti come]22 “il resto del Suo popolo” e23 “il resto di Israele”; un ebreo possiede in sé gli attributi qui descritti come ‘resto’ e “resto”,

שמשים עצמו כשירים ומותרות ממש, שאין בו שום צורך

considerandosi veramente come un mero residuo,24 come qualcosa di veramente superfluo e dispensabile.

לבלתי רום לבבם מאחיהם כו׳

Che [gli uomini della nostra fraternità] non diventino altezzosi nei confronti dei loro fratelli, cioè dei loro avversari, che hanno causato l'arresto dell'Alter Rebbe.

ולא להרחיב עליהם פה, או לשרוק עליהם, חס ושלום

Che non li prendano in giro e non fischino in modo derisorio, che il cielo ce ne scampi.

הס מלהזכיר, באזהרה נוראה

Un severo avvertimento: Non fatevi notare! Non menzionate nulla!

רק להשפיל רוחם ולבם, במדת אמת ליעקב, מפני כל אדם

Piuttosto, [gli uomini della nostra fraternità chassidica] devono sottomettere il loro spirito e il loro cuore davanti a ogni uomo secondo l'attributo della “verità a Giacobbe”,25

בנמיכת רוח, ומענה רך משיב חימה, ורוח נכאה כו׳

con umiltà, con26 “una risposta morbida [che] allontana l'ira”, e con uno spirito contenuto.

וכולי האי ואולי יתן ה׳ בלב אחיהם, כמים הפנים וגו׳

E attraverso tutto questo,27 forse Dio metterà [una risposta conciliante e amorevole] nel cuore dei loro fratelli, [perché]28 “come le acque [riflettono] la faccia di uno, [così anche il cuore di un uomo riflette il cuore di un altro]”.

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NOTE

1. Si veda L'arresto e la liberazione di Rabbi Shneur Zalman di Liadi di Rabbi Avraham Chanoch Glitzenstein, tradotto da Rabbi Jacob Immanuel Schochet (Kehot, N.Y., 1964). Ancora oggi, la liberazione dell'Alter Rebbe nel 1798 viene celebrata ogni anno il 19-20 Kislev.

2. Si veda Likkutei Sichot, Vol. I, p. 74.

3. Cfr. Or HaTorah, p. 367 ss.

4. Genesi 32:11.

5. Ibid. 28:15.

6. Ibid. 28:15.

7. “Basato su Shabbat 32a”. ( - Nota del Rebbe.)

8. “Vedi Chiddushei Aggadot, loc. cit.”. ( - Nota del Rebbe.)

9. “Così anche in Bereishit Rabbah su questo versetto”. ( - Nota del Rebbe.)

10. “Cfr. Chiddushei Aggadot, loc. cit.”. ( - Nota del Rebbe.)

11.  Tikkunei Zohar, Introduzione II, s.v. Patach Eliyahu.

12. Cantico dei Cantici 2:6.

13. Cfr. Isaia 7:11. Le lettere dell'insolito verbo ebraico והגבה sono vocalizzate come segue: Shva, patach, shva, tzeirei, e patach per il mapik hei finale.

14. Geremia 31:2.

15. Michea 7:20; Abramo personifica l'attributo di Chesed.

16. Genesi 18:27.

17. Ibid. 28:15.

18. Ibid. 32:11.

19. Berachot 4a.

20. Salmo 126:3.

21. 1 Cronache 29:11.

22. Isaia 11:11.

23. Geremia 6:9; 31:6.

24. Rosh HaShanah 17a-b.

25. Per il commento del Rebbe Maharash su questa clausola dell'Alter Rebbe, si veda HaYom Yom, p. 77.

26. Cfr. Proverbi 15:1.

27. Questa frase finale fu aggiunta dall'Alter Rebbe in un secondo momento; si veda HaYom Yom, loc. cit.

28. Proverbi 27:19.

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