A COLUI CHE LA MIA ANIMA AMA
עַל־מִשְׁכָּבִי בַּלֵּילוֹת בִּקַּשְׁתִּי אֵת שֶׁאָהֲבָה נַפְשִׁי בִּקַּשְׁתִּיו וְלֹא מְצָאתִיו
AL-MISHKAVÍ BALLELOT BIKKÁSHTI ET SHEAHAVÁ NAFSHÍ BIKKASHTIV VELÓ METZATIV
"Nelle notti ho cercato nel mio letto colui che la mia anima ama; l'ho cercato e non l'ho trovato”.
Nel Cantico dei Cantici, la Shechinah racconta la storia del suo desiderio di connettersi con la Luce. Le notti sono momenti in cui non c'è luce e rappresentano lo stato di esilio da cui la Shechinah vuole emergere.
KIMAT SHEAVÁRTI MEHEM AD SHEMMATZÁTI ET SHEAHAVÁ NAFSHÍ ACHAZTIV VELÓ ARPÉNNU AD-SHEHAVETIV EL-BET IMMÍ VE´EL CHÉDER HORATÍ
"Quando sono passato un po' oltre, ho trovato colui che l'anima mia ama; l'ho afferrato e non l'ho lasciato, finché l'ho portato nella casa di mia madre e nella camera di colei che mi ha partorito".
I Chachamim (saggi) spiegano questo Pasuk (versetto) e dicono che parla della fine dell'esilio babilonese quando fu costruito il secondo Tempio Santo. La Shechinah ha avuto un po' di tempo per godere della connessione con la Luce sostenendola e sperando che non se ne sarebbe andata per sempre.
HISHBÁATTI ETKEM BENOT IERUSHALÁIM BITZVAOT O BEAILOT HASSADÉ IM-TAIRU VÉIM-TEORERÚ ET-HAAHAVÁ AD SHETTECHPATZ
"Vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme, per i caprioli e per le cerve del campo, non svegliatevi e non fate vegliare l'amore, finché non voglia".
Dopo la distruzione del secondo Tempio Santo, la Shechinah chiese agli Tzaddikim (persone giuste) in Malchut di costruire Kelim (vasi) per l'unificazione con la luce, e così sostenerla per darci protezione in questo mondo.
Rabbi Shimon bar Yochai "scrisse" il Sefer HaZohar ("Libro dello splendore") per sostenere la Shechinah, specialmente nelle ultime generazioni, al fine di darci uno strumento per mantenere la nostra connessione alla luce e prepararci alla Redenzione Finale. In quel momento, il terzo Tempio sarà rivelato e la Luce avrà un'unificazione completa e continua con la Shechinah.
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