sabato 12 luglio 2025

Parashá Pinchas

 Parashá Pinchas

(Numeri 28:2): "Comanda ai B'ney Israel, e devi dir loro: le mie korbanot, il mio pane, il mio fuoco, il profumo di odore piacevole me li presenterete nei tempi fissati”.

È necessario avere il senso dell'odorato per vincere le Klippot   

siamo arrivati alla parashá Pinchas, una delle più importanti parashiot dell'intera Torá e senza un dubbio, dopo Bereshit una delle più studiate. Secondo le persone sagge della nostra tradizione, questa parashá contiene i misteri più profondi dietro alla cura e alla restaurazione del corpo e dell'anima. Qui essi vivono i misteri della ricostruzione della forza vitale che ci avvicina all'idea cabalistica dell'immortalità.   

Secondo le persone sagge della Cabalá, nell'Olam Habá e principalmente con l'avvento della Techiyat HaMeitim (Resurrezione dei Morti), il mondo fisico sarà giunto alla sua massima rettificazione, così che il corpo (fisico) avrà lo status spirituale dell'anima e sarà sostenuto dalla spiritualità; a questo punto, il corpo fisico (e tutto quello che è materiale) sarà lasciato essere nutrimento per le forze delle Clipot (bucce). Questo implica il fatto che l'intero corpo avrà la piena capacità di ricevere lo shefá derivato dalla Luce del Mondo Infinito (Or Ein Sof), senza che ci sia interruzione nella natura di questo flusso. La parashá di Pinchas contiene buona parte dei segreti per la preparazione di questo momento.    

Secondo il Pensiero Cabalistico, il modo più efficace per ricevere la Luce è attraverso la restrizione. La restrizione riguardo le necessità del corpo fisico, questo prepara il territorio per l'Olam Habá. Ad esempio, nel digiuno che facciamo in 17 di Tamuz (giorno in cui Moshé ruppe le Tavole della Legge) è il momento in cui abbiamo acquisito (attraverso la restrizione) la capacità di eliminare le forze negative del Vitello d'Oro. Il "17" riflette qualcosa di luminoso, perchè è il valore di Tov che vale "17" (buono). La lezione qui è che le cose migliori emergono da quello che apparentemente è più difficile. Le persone sagge del Pensiero Cabalistico affermano che al 17 di Tamuz qualcosa di molto positivo è successo per tutta l'umanità, perché, attraverso l'energia della rottura delle lettere delle Tavolette, Moshé aveva reso disponibile un'energia potente nell'universo. Questa energia è capace di distruggere le forze delle Clipot.   

L'energia negativa chiamata "Vitello dell'Oro" rinforzò la valorizzazione della realtà personale e soggettiva (l'ego) a detrimento della Realtà Oggettiva (Il Sacro). Grazie al peccato di questo Vitello d'Oro è stato permesso l'invigorimento delle energie sul lato negativo, fortificando così la forza della morte e della malattia. Moshé implorò il Signore da perdonare il peccato degli ebrei. La parola ebraica per perdono (mechal) contiene la parola "chal" (malattia) e con questo c'è una richiesta per l'ingresso di una forza di cura per l'umanità. I misteri di questa cura sono trovati nelle lettere che formano la parashá di Pinchas ed i loro codici, specialmente la 5a parte del testo che parla sulle offerte quotidiane (olat tamid). 

La parola "olat" in ebraico, può essere scambiata in "Tolah", una forza negativa che è destata ogni giorno, all'inizio del pomeriggio.    

"Olat" è una parola codice per sradicare la forza negativa del pomeriggio. Le persone sagge del Pensiero Cabalistico rivelano che questo servizio spirituale descritto in questa porzione della Torá è la forza codice che rappresenta le preghiere della amidà di minchá. Per il cabalista questa preghiera contiene il potere per eliminare l'energia della morte e le forze del Vitello d'Oro. Il potere di Minchá ha il potere di acquietare i giudizi severi che coinvolgono l'umanità in molti momenti della storia, proprio il momento in cui viviamo. La tradizione orale ci insegna che il peccato del Vitello d'Oro fu commesso durante il periodo di Minchá, alla fine del pomeriggio. Di conseguenza, è il seme che aiuta ad infondere il mondo col giudizio in quel periodo della fine del pomeriggio di ogni giorno. Minchá è un'ora che ci spinge a prendere coscienza delle nostre azioni negative. La parola Minchá viene dalla parola ebraica "menuchá", che significa "silenzio" e "quiete". La quiete necessaria per noi per essere sensibili all'energia del giudizio che c'è sul mondo. Perché l'evento del Vitello d'Oro marcò il momento di Minchá? Quando la Luce del Mondo Infinito ha rivelato la sua energia spirituale a Moshé sul Monte Sinai, uno stato di immortalità fu dato a tutta l'umanità. Secondo i cabalisti, abbiamo sperimentato, in quel periodo, un'esperienza collettiva dell'Olam Habá. per infondere il nostro mondo con questa Luce, la Luce del Mondo Infinito fu usato un trasformatore di energia per emettere questo potere. I trasformatori che il Mondo Infinito ha usato erano le due tavolette sui quali furono iscritti i Dieci Comandamenti. In realtà, quelle tavolette e le loro dieci registrazioni erano strumenti altamente progettati per incanalare le dieci forze di energie per il nostro mondo. Ma mentre Moshé accumulò quell'energia sul Monte Sinai, la natura reattiva degli ebrei apparve rapidamente. Essi divennero impazienti e soccombettero ai loro desideri reagenti che costruiscono la propria "antenna" per ricevere energia: il Vitello d'Oro. Il Vitello d'Oro era un conducente di corrente spirituale. Era una stazione ricevente. Ma ci fu un duplice problema. Il Vitello d'Oro non era potente come le Tavolette per catturare ed irraggiare la Luce del Mondo Infinito. Come, perdere la pazienza è una forma reagente di comportamento e nulla può essere positivo se si è impregnati nel suo seme (inizio di) una forza negativa. Quando Moshé ruppe le Tavolette il filo di collegamento tra noi ed i mondi superiori si spezzò, e in compenso liberò un'energia potente che è diventata disponibile nell'universo, fino ai giorni correnti. Quando facciamo la preghiera di minchá, noi stiamo raccogliendo questi bagliori di energia positiva. La preghiera di minchá è rappresentata nella Torá dal versetto seguente: 

(Numeri 28:2): "Comanda ai B'ney Israel, e devi dir loro: le mie korbanot, il mio pane, il mio fuoco, il profumo di odore piacevole me li presenterete nei tempi fissati”.

La parola "korbanot" significa "sacrifici". Korbanot viene dalla parola ebraica "krav" che significa "guerra". Korbanot viene anche dalla parola ebraica kiruv", che significa "portare vicino". Nella Amidá di Minchá siamo pronti per la "guerra" contro il Nachash e portiamo  noi stessi più vicini ai mondi superiori.   

Il "pane", rivela l'armonia tra gli aspetti materiale e gli aspetti spirituali. La capacità che il cabalista possiede di unire il mondo fisico ai mondi spirituali agisce. Perché è usata la rappresentazione del pane? Il pane ha l'abilità spirituale di mantenere unita l'anima al corpo e risveglia la vitalità fisica. Questo sarà uno dei sintomi dell'arrivo dell'Era del Mashiach, quando il mondo fisico sarà unito al mondo spirituale. La radice del parola "lechem" (pane) significa anche "unire", "congiungere".     

Il "fuoco" rappresenta la coscienza di Biná. Il risveglio della Neshamá, il conscio e collega l'anima alle Verità Oggettive che governano l'universo. "L'incenso di odore piacevole, ai tempi fissati", rappresenta la capacità intrinseca che la Neshamá possiede di fare la distinzione fra quello che è positivo (odore piacevole) e quello che è negativo. Questa forza di "odore piacevole" contiene, secondo le persone sagge", una pontete cura  potenziale. La sefirá spirituale che collega al sistema della cura è Hod. Hod vuol dire "riconoscere" - riconoscere quello che è vero e quello che è buono, quello che è piacevole.   

(Numeri 28:2): "... profumo di odore piacevole... "    

In Cabalá questo è capito come essere il potere dell'anima di dedicarsi a cercare una vita piacevole. Per i cabalisti la sefirá di Hod è quella che permette lo sviluppo dell'attributo che ci accorda la sensibilità di distinguere quello che è piacevole (spiritualmente).   

La parola usata per "aspetto piacevole" è hodi, letteralmente il "mio Hod". Quando hod è scritto al contrario, abbiamola parola davá che vuol dire "essere ammalato" o "ammalato". Essere capace di sviluppare la sensibilità (il senso dell'odorato), che permette di stare fuori di quello che è veramente piacevole al Mondo Infinito, è un passo essenziale da sviluppare quando bramiamo costruire le basi di una vita spiritualmente sana. E l'inizio della costruzione dell'Era del Mashiach. Altrimenti perdiamo la sensibilità spirituale al nostro accesso all'Eterno. (Numeri 28:6): Olat Tamid (Presente Permanente) fatto sul Monte Sinai, odore piacevole, fuoco per Hashem.

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