mercoledì 24 settembre 2025

La lezione di Tanya di oggi 3 Tishrei 5786

 La lezione di Tanya di oggi 3 Tishrei 5786 · 25 settembre 2025

Igheret HaKodesh, fine della Lettera 19

Parte (ii)

La Lettera che segue, che inizia con “Le Lettere che sono state rivelate”, è una delle Lettere che sono state aggiunte all'edizione della Tanya pubblicata a Vilna nell'anno 5660 (1900), aggiunte che sono state segnalate da R. Asher di Nikolayev nella sua dichiarazione introduttiva.1

La rilevanza di questa Epistola rispetto alla precedente può essere trovata nel seguente parallelo: l'Epistola precedente spiega come solo il Netzach-Hod-Yesod-Malchut (cioè il Sefirot inferiore) dell'Emanatore si estenda al destinatario. La conclusione della presente Epistola spiega allo stesso modo2 che solo l'aspetto più remoto e l'esteriorità del Netzach-Hod-Yesod del regno superiore entrano in quello inferiore.

האותיות הנגלות לנו, הן במעשה, דיבור ומחשבה

Le lettere3 che ci vengono rivelate esistono nell'azione, nella parola e nel pensiero.

דמעשה, הן תמונות האותיות שבכתב אשורי שבספר תורה

Per quanto riguarda il piano dell'azione, vi sono le forme visive4 delle lettere nella scrittura assira del rotolo della Torah.5

La validità stessa del rotolo dipende dalla scrupolosa osservanza delle numerose leggi dettagliate che regolano la scrittura di queste ventidue lettere. Come spiegato nella nota al capitolo 12 di Shaar HaYichud VehaEmunah, ogni lettera riflette il flusso di una forza vitale e di un'energia spirituale uniche: la sua forma distintiva suggerisce la forma assunta dal flusso di luce ed energia rivelato in quella lettera.

ואותיות הדבור נחקקות בהבל וקול, המתחלק לכ״ב חלקים, שונים זה מזה בצורתן

Le lettere relative al linguaggio sono incise nel respiro e nella voce, che è divisa in ventidue parti, una diversa dall'altra per quanto riguarda la loro forma,

שהיא הברת ומבטא הכ״ב אותיות בכל לשון

cioè, la pronuncia e l'enunciazione delle ventidue lettere in qualsiasi lingua.6

כי אין הפרש בין לשון הקודש ובין שאר לשונות במהות הברת האותיות, כי אם בצירופן

Poiché non c'è differenza tra la Lingua Sacra e le altre lingue per quanto riguarda la natura della pronuncia delle lettere, ma solo per quanto riguarda le loro combinazioni.7

ואותיות המחשבה הן, גם כן בכל לשון שאדם מחשב, תיבות ואותיות הלשון

Le lettere del pensiero sono - ancora una volta, in qualsiasi lingua una persona possa pensare - le parole e le lettere di quella lingua e le sue lettere,

שהן כ״ב לבד

che sono solo ventidue.

רק שבמחשבה, יש בה ג׳ מיני בחינות אותיות

Ora, nel pensiero ci sono tre tipi di lettere.

שהרי כשרואה בספר תורה תמונות האותיות, הן מצטיירות במחשבתו

Perché quando si vedono le forme visive delle lettere nel rotolo della Torah, esse vengono raffigurate nel pensiero.

וזה נקרא בחינת עשיה שבמחשבה

Questo è chiamato “azione nel pensiero”, ovvero il modo in cui il pensiero immagina le lettere della scrittura manuale effettiva. In termini dei mondi spirituali di Beriah, Yetzirah e Asiyah, “azione nel pensiero” si riferisce al mondo più basso, Asiyah, il mondo dell'azione.

וכאשר שומע אותיות הדבור, הן נרשמות במחשבתו, ומהרהר בהן

Allo stesso modo, quando si ascoltano le lettere del discorso, esse vengono incise nel pensiero e si medita su di esse.

וזה נקרא בחינת דבור שבמחשבה, ובחינת יצירה

Questo è chiamato “discorso nel pensiero”, ovvero pensare alle lettere del discorso, e si riferisce a Yetzirah.

ואותיות המחשבה לבדה, בלי הרהור אותיות הדבור, נקראות מחשבה שבמחשבה, בחינת בריאה

Le lettere del pensiero da sole, senza alcuna meditazione sulle lettere del discorso, sono chiamate “pensiero nel pensiero” e si riferiscono a Beriah.

In termini generali, il pensiero, il discorso e l'azione corrispondono rispettivamente a Beriah, Yetzirah e Asiyah. Più in particolare, “l'azione nel pensiero” corrisponde ad “Asiyah all'interno di Beriah”, “il discorso nel pensiero” a “Yetzirah all'interno di Beriah” e “il pensiero nel pensiero” a “Beriah all'interno di Beriah”.

והנה אותיות הדבור ממש, הן מתהוות ומקבלות חיותן מאותיות אלו עצמן שבמחשבה

Ora, le lettere del linguaggio effettivo prendono forma e ricevono la loro forza vitale proprio da quelle stesse lettere che sono nel pensiero.

ואף שלפעמים מדבר אדם, ומהרהר בדבר אחר

Sebbene a volte una persona possa parlare [di una cosa] mentre ne pensa un'altra,

Ciò tenderebbe a indicare che le lettere del linguaggio non ricevono la loro forza vitale dalle lettere del pensiero.

הרי אינו יכול לדבר כי אם אותן דבורים וצירופים שכבר דברם, והיו במחשבתו פעמים רבות מאד

in tal caso può pronunciare solo parole e combinazioni che ha già pronunciato in precedenza e che sono state nei suoi pensieri molte volte.

ונשאר בדבורים וצירופים אלו הרשימו מהמחשבה, שנכנסה בהם פעמים רבות

Così in quelle parole e combinazioni rimane la traccia del pensiero che è entrato in esse molte volte, e questo serve come forza vitale delle lettere del suo discorso.

וזהו בחינת אחוריים וחיצוניות נה״י מפרצוף העליון שנכנס בתחתון, להיות לו בחינת מוחין וחיות כנודע

E questo, in termini di Sefirot, è l'aspetto più remoto e l'esteriorità del Netzach-Hod-Yesod del Volto del regno superiore che entra in quello inferiore, servendolo come facoltà intellettiva di mochin (lett. “cervelli”) e forza vitale, come è noto.

NOTE

1. Nota del Rebbe: “Si noti che lo stesso Alter Rebbe ha aggiunto delle lettere all'Iggeret HaKodesh (Sefer HaMaamarim 5708, p. 170, et al.)”.

2. Nota del Rebbe: “Ad esempio: in linea con l'insegnamento secondo cui ‘dalla mia carne contemplo la divinità’, [i livelli sopra indicati sono qui discussi] come si trovano nell'uomo - nel pensiero, nella parola e nell'azione”.

3. Nota del Rebbe: “In tutto ciò che segue, cfr. Imrei Binah, Shaar HaKriyat Shema, sez. 32; le lievi differenze nella modalità di spiegazione possono essere risolte senza grande difficoltà”.

4. Testo ebraico emendato sopra secondo le Glosse e le Emendazioni del Rebbe.

5. Cfr. Sanhedrin 21b.

6. Nota del Rebbe: “A questo proposito, le ‘lettere della parola’ e le ‘lettere del pensiero’ sono superiori (alle ‘lettere dell'azione’, le cui forme visive svaniscono [quando sono rappresentate in un'altra lingua], poiché sono sostituite dalle sue forme visive diverse)”.

7. Nota del Rebbe: "Quale possibile connessione tra le combinazioni e le enunciazioni [delle lettere] ha spinto [l'Alter Rebbe] a negarla? Forse qui egli anticipa il presupposto che, poiché [le lettere delle altre lingue] non sono sacre, devono necessariamente essere di livello inferiore a quelle della Lingua Sacra (e sicuramente diverse). Quindi spiega che la [differenza tra le lettere della Lingua Sacra e quelle delle altre lingue risiede solo] nelle loro combinazioni".

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