lunedì 10 novembre 2025

La lezione di Tanya di oggi 20 Cheshvan 5786

 La lezione di Tanya di oggi 20 Cheshvan 5786 · 11 novembre 2025

Igheret HaKodesh, metà della Lettera 29

והנה אור זה הגנוז לצדיקים לע"ל הנק' בשם נועם ה' וצחצחות להתענג עלה'

Ora, questa luce, nascosta ai giusti per il Tempo a Venire, è definita (come sopra) la “piacevolezza di Dio” e la “piacevole sete” di "deliziarsi in Dio,

וד' מאות עלמין דכסופין דמתענגי בהון צדיקייא כו' כמ"ש ארבע מאות שקל כסף כו'

e anche1 ”i 400 Mondi del Desiderio in cui i tzaddikim si dilettano...“ come è scritto,2 ”400 shekalim d'argento (kesef)..."

La frase aramaica tradotta con “Mondi del Desiderio” è almin dekisufin. La radice della seconda parola (kesef) significa non solo “argento” ma anche ‘desiderio’ (come nella frase³ nichsof nichsafta). Quindi la Kabbalah collega il riferimento sopra riportato ai “400 sicli di kesef” ai 400 Mondi del Desiderio, le cui delizie spirituali sono riservate ai tzaddikim.

הנה יש בו מעלות ומדרגות רבות מאד גבוה מעל גבוה

Questa [luce] comprende moltissimi gradini e livelli, uno superiore all'altro.

אך הארה מועטת היורדת מדרגה אחר מדרגה לברוא לבוש זה היא מבחי' מדרגה האחרונה שבאור זה

Ma la radiazione minuscola, che discende di livello in livello per creare questo abito che riveste l'anima, appartiene al livello più basso di questa luce.

ונקראת בשם מדרגה החיצונה ואחוריים דרך משל

Metaforicamente parlando, viene chiamata livello esterno, o achorayim,

כמ“ש בזהר דר”ח ע“ב (עיין בס' מק”מ) ור“י ע”ב ומה דאשתאר כו'

come affermato nello Zohar, p. 208b (4 cfr. il commento intitolato Mikdash Melech5) e 210b: “E ciò che rimane...”, ovvero la luce che è la fonte dell'abito è del livello più esterno o più remoto.

L'Alter Rebbe prosegue spiegando che il livello esterno di questo splendore, da cui derivano questi abiti, è chiamato Volontà Superna. La volontà, come verrà spiegato tra poco, è l'aspetto esterno (cioè una conseguenza) del piacere o della gioia.

והנה כמו שבנשמת האדם יש בה כח התענוג שמתענגת ממה שיש לה ענג ממנו כמו מהשכלת שכל חדש וכה"ג

Ora, nell'anima dell'uomo c'è una facoltà per il piacere: [l'anima] prova piacere in ciò che trova piacevole,6 come nella concezione di una nuova intuizione, o simili.

ובחי' חיצוניות ואחוריים של כח ובחי' התענוג שבה היא בחי' כח הרצון שבה שהוא רוצה מה שהוא רוצה דהיינו דבר שאינו צער שהצער היפך התענוג

L'aspetto esterno e più remoto del potere e dello stato di gioia [dell'anima] è la sua facoltà di volere, volendo ciò che vuole, cioè7 qualcosa che non è doloroso, poiché il dolore è l'opposto della gioia.

Una persona desidera qualcosa perché le dà piacere. Quindi, il piacere è l'aspetto “interiore” (o motivante) del desiderio, che è considerato “esterno” (cioè conseguente) ad esso.

וככה עד“מ באור א”ס ב“ה ג”כ כביכול

Metaforicamente parlando, è lo stesso con la luce [infinita] di EinSof, per così dire:

הרצון העליון ב“ה היא בחי' חיצוניות ואחוריים לבחי' ענג העליון ונועם ה' וצחצחות ועלמין דכסופין הנ”ל

La Volontà Superna è l'aspetto esterno e più remoto [cioè, il risultato chitzoniyut e achorayim] del suddetto Piacere Superno, la “piacevolezza di Dio”, la “piacevole sete” e i “Mondi del Desiderio”.

Quindi, quando affermiamo che l'abito dell'anima deriva dall'achorayim e dalla chitzoniyut della Delizia Superna, ciò significa che deriva dalla Volontà Superna.

הגם שהם מיוחדים בתכלית היחוד שהוא ית' ורצונו אחד

Sebbene questi - [il Delizio Superno e la Volontà Superna] - siano fusi in assoluta unità, poiché [Dio] e la Sua Volontà sono uno,

ולא כרצון האדם ח"ו לא מיניה ולא מקצתיה

e non (Dio non voglia) come la volontà dell'uomo, né interamente né parzialmente,

ואין דמיון ביניהם כלל

non essendoci alcuna somiglianza tra loro,

La volontà dell'uomo non è interamente una con la persona stessa; è una delle facoltà dell'anima che egli possiede. Al contrario, Dio e la Sua Volontà sono una cosa sola. Come possiamo allora distinguere tra Piacere e Volontà, dicendo che il Piacere di Dio è interno e la Sua Volontà è esterna?

אעפ“כ דברה תורה כלשון בנ”א לשכך האזן מה שיכולה לשמוע במשל ומליצה מנשמת האדם הכלולה מכח התענוג והרצון והחכמה והבינה וכו'

tuttavia,8 “la Torah parla in linguaggio umano” al fine9 “di modulare per l'orecchio ciò che è in grado di sentire”, con allegorie e metafore relative all'anima dell'uomo, che compone la facoltà del piacere, della volontà, della saggezza, della comprensione e così via.

proprio come nell'uomo il piacere è descritto come “interno” e la volontà come “esterna”, così descriviamo anche gli attributi corrispondenti nell'Alto.

וכנראה בחוש שכשאדם משכיל איזה שכל חדש נפלא אזי באותה רגע עכ"פ נולד לו תענוג נפלא בשכלו

Ciò è empiricamente evidente, poiché quando una persona concepisce una nuova meravigliosa intuizione, in quel momento, almeno, nasce nella sua mente un piacere meraviglioso10.

מכלל שהתענוג הוא למעלה מעלה מבחי' השכל והחכמה רק שמלובש בבחי' שכל וחכמה

Ne consegue quindi che la capacità di provare piacere supera di gran lunga la facoltà dell'intelletto e della saggezza; essa è semplicemente insita nella facoltà dell'intelletto e della saggezza.

וכשהאדם מרגיש השכל וחכמה דהיינו שמשיגה ומבינה היטב אזי מרגיש ג"כ בחי' התענוג המלובש בחכמה

Così, quando un uomo percepisce [un argomento di] intelletto e saggezza, cioè lo comprende e lo capisce bene, allora percepisce anche la facoltà del piacere che è conferita alla [materia della] saggezza.

ולכן נקראת בחי' בינה בשם עוה“ב בזוה”ק

Ecco perché nel sacro Zohar,11 la facoltà di Binah è indicata come “il Mondo a Venire”.

שהיא בחי' התגלות החכמה עם התענוג המלובש בה שמשיגים הצדיקים בג"ע ומשכילים בפנימיות התורה

Poiché è lo stato di manifestazione di Chochmah, insieme al piacere che vi è insito, che i giusti nel Giardino dell'Eden comprendono e concepiscono [nuove intuizioni] nel pnimiyut [cioè, la dimensione più intima e mistica] della Torah.

דאורייתא מחכמה נפקא ואורייתא וקב"ה כולא חד:

Poiché12 la Torah deriva dalla Chochmah, e13 la Torah e il Santo, benedetto sia Egli, sono interamente uno.14

Così, acquisendo una percezione della pnimiyut nel modo in cui l'anima la coglie nel Giardino dell'Eden, dove coglie l'essenza della divinità - e “questa delizia stessa (come aggiunge il Rebbe) è assolutamente interiore, come spiegato sopra” - l'anima acquisisce una comprensione della luce infinita di Dio. E per poter assorbire questo grado di illuminazione, deve essere dotata degli abiti protettivi e ricettivi delle mitzvot, come spiegato in precedenza.

* * *

NOTE

1. Cfr. Zohar I, 123b.

2. Genesi 23:15.

3. Ibid. 31:30.

4. Le parentesi sono nel testo originale.

5. Allo Zohar, loc. cit.

6. Nota del Rebbe: "L'Alter Rebbe non ci sta informando di ciò che è ovvio, come potrebbe sembrare a prima vista, ma sta facendo un'affermazione significativa che deve apparire qui, dove spiega che la volontà è l'aspetto esterno [cioè la conseguenza] del piacere - al fine di distinguere questa sequenza dalla sequenza alternativa discussa in Hemshech 5666, p. 65 e segg. [dove la volontà è vista come la fonte del piacere]

La conclusione lì, a p. 73 e seguenti, è la stessa che qui, [che il piacere è in realtà la fonte della volontà, e non il contrario].".

7. Nota del Rebbe: “Anche l'aggiunta di questa frase è spiegata dalla precedente nota a piè di pagina”.

8. Rambam, Hilchot Yesodei HaTorah 1:9.

9. Cfr. Rashi su Shmot 19:18, basato su Mechilta e Tanchuma ad loc.

10. Nota del Rebbe: “Il sentimento di piacere, al contrario, proviene (come spiegato di seguito) dal Mondo a Venire. E finché questo sentimento è assente, non si può dire che l'individuo interessato abbia ‘ricevuto la piacevolezza’.”

11. II, 158a.

12. Zohar II, 85a.

13. Op. cit. I, 24a, et al.

14. Nota del Rebbe: “[La percezione sopra descritta di cui godono i tzaddikim] è simile al piacere che nasce e deriva quando un concetto viene concepito e compreso per la prima volta - e questa è la suddetta ‘piacevolezza di Dio...’”.

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